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La gente è proprio strana!

Condominio
La gente è strana. Ma proprio strana tanto.
L’altro giorno torno a casa, entro dal portone e trovo il portinaio seduto che mi blinda e mi fa “se ti vede quello del primo piano che vai in giro con sto vestito scollato, vedi che faccia fa!
Resto un po’ basita e guardo perplessa il mio vestitino di lino marrone, lungo fino al ginocchio e con una scollatura media, comprato alla upim nei saldi dell’anno scorso. Se qualcuno si scandalizza per questo siamo spacciati!
Eh, è un egiziano! E’ arrivato da una settimana. Ha tre bambini che fanno un gran casino e li molla in cortile per poter trombare con la moglie“, incalza.
Resto sempre più basita. “Eh sì… la moglie poi… c’ha il burka“.
I miei vicini non erano già abbastanza strani. Pure questa mi ci mancava: anche la tizia imburkata!
Proseguo nel cortile, salutandolo e incontro i miei vicini, anche loro egiziani (però senza burka). Mi raccontano una storia assurda sulla ex di lui che vive nell’appartamento di mezzo tra me e loro e che darebbe della zoccola a lei che è la nuova fidanzata. Ma io dico, anche lui, che fantasia! Con tutti gli appartamenti che c’erano a Milano, quando l’ha mollata, non poteva affittarsi un appartamento in un’altra casa al posto che a fianco a lei sullo stesso pianerottolo?! Mah, la gente è proprio strana.Mentre salgo in ascensare mi fa “ah senti, magari tu lo sai visto che sei psicologa. Mio papà c’ha una roba…” e la fidanzata incalza “ha l’alzheimer!!“.
Lo guardo e gli dico candidamente che non mi occupo di quel disturbo e ne so davvero poco. E lei continua “Lasciala stare poverina! Lei non sa! Lei è doctora en psicologia!” Aahahhahah, mi ci mancava pure il sentirmi chiamare “doctora”
Riesco finalmente ad entrare in casa, relax. E dopo mezz’oretta mi tocca uscire e tornare in studio.
Mentre attraverso il cortile, vedo i bambini del primo piano, i figli della neo-arrivata col burka, che son chiusi fuori sul balcone e per divertimento, innaffiano con l’acqua i passanti!
Vabeh, questa poi! Li fulmino con lo sguardo, cacciando un “no” secchissimo. Si terrorizzano e si ritraggono tutti e tre timorosi.
Ma si rende conto che annaffiano i passanti?”, dico sconcertata al portinaio. “Cioè… son chiusi fuori sul balcone!
E lui candidamente “eh vabeh, si vede che i genitori han capito che in cortile non potevano stare. Oggi per poco uno scappava fuori in strada. E uno nemmeno cammina… gattona ancora! E per divertimento mi buttan giù le cartacce in cortile
Vabeh, la gente è proprio tanto strana.

Torno a casa alla sera, stremata. Mi metto al pc, zero voglia, ma mi tocca scrivere i casi clinici per l’esame. Alle 23.30, mentre sono nel pieno della concentrazione, coi crampi a schiena e collo dopo ore davanti al pc, esplode la musica. Discoteca pura a massimo volume.
Vado nella mia cucina e sento la tizia del piano di sopra che salta, urla e lancia oggetti non meglio identificati mentre balla con altra gente e canta, a finestre aperte e musica a tutto volume. Resto basita. Ma son le 23.30 cazzo! Apro la finestra e vedo la fila di vicini che piano piano compaiono sui balconi e dal più timido “sssshhh”, si passa a veri e propri insulti. Misteriosamente, non si sa come, dopo un’oretta finisce tutto. Di colpo.
La gente non è strana, è pazza. E il problema è che per questo, non mi pagano!
Ho bisogno di vacanza, in questo marasma di gente che impazzisce, fa cose strane, comportamenti pittoreschi del caldo di fine luglio. Waiting for Vietnam!

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